15-06-2022

Mosaico: la storia di una tecnica che è arrivata ai giorni nostri

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Novamosaici nella sua bottega d’arte a Bollate (Milano) porta avanti la storia del mosaico che è una delle prime arti figurative assieme alla scultura. Già nel 3000 a.C i Sumeri abbellivano le costruzioni con decorazioni geometriche inserite nella terra fresca e pensate per proteggere la muratura in mattoni crudi, ma anche ornavano con tasselli di madreperla, lapislazzuli e terracotta vasi e suppellettili.

Sempre nel III millennio a.C si trovano anche in Egitto i mosaici in coni di argilla e si considerano come decorazioni musive anche quelle realizzate sui sarcofagi dei faraoni e fatte con pietre dure, pietre preziose e vetro. Non mancano neanche i mattoni smaltati, usati per la realizzazione di templi.

Nel II millennio a.C in area minoico-micenea si inizia a sostituire la pavimentazione in tappeti con ciottoli e il mosaico pavimentale di Gordion, antica capitale della Frigia e decorato con motivi geometrici ne è il migliore esempio.

 

La Grecia e la tradizione del mosaico

Le prime tracce della decorazione musiva in Grecia risalgono al V-IV secolo a.C con la diffusione dei mosaici pavimentali in pietra che avevano la funzione pratica più che estetica di rendere impermeabile e resistente all'usura il pavimento in terra battuta.

La tecnica a ciottoli raggiunse l’apice a Pella in Macedonia e in questo caso nel mosaico si inseriva una sottile lamina di piombo per evidenziare il contorno dei soggetti o definire piccoli particolari, come si farà, diversi secoli dopo, nelle vetrate policrome del gotico.

 

Il mosaico nel mondo romano

A Roma il mosaico appare alla fine del III secolo a.C e si diffonde grazie agli scambi culturali con Grecia ed Egitto, diventando subito apprezzato per raffinatezza e ricerca estetica delle composizioni. I mosaici bicromi bianchi compaiono in epoca adrianea e furono impiegati largamente nelle terme, negli ambienti di uso pubblico e nelle abitazioni meno lussuose, combinando la semplicità e economicità con una vastissima gamma di variazioni possibili.

 

L’epoca bizantina e la diffusione del mosaico

A partire dal V secolo, nella nuova capitale dell'Impero romano d'Occidente, Ravenna, gli edifici di culto iniziarono ad essere internamente rivestiti di eccezionali tappeti musivi, quali il Battistero Neoniano e il Battistero degli Ariani. I mosaici del cosiddetto Mausoleo di Galla Placidia sono forse opera di artisti di area ellenico-romana.

I mosaici di Ravenna e Costantinopoli si caratterizzano per le tessere in vetro smaltato e oro zecchino e l’impronta bizantina si distingue nelle figure che non hanno senso di movimento e sembrano galleggiare sullo sfondo dorato, simbolo della luce di Dio.

 

L’arte romanica e le decorazioni musive

Nell'arte romanica il mosaico non ha ruolo dominante per motivi economici e gli si preferisce l'affresco. Le decorazioni sono comunque influenzate dall'arte bizantina, soprattutto per quanto riguarda i rivestimenti musivi. È interessante l'introduzione di vetri meno scintillanti per giocare con le variazioni luminose prodotte dall'alternarsi di elementi più o meno lucidi. Accanto ai frammenti di vetro, venivano impiegati pietre colorate, la malachite per tessere verdi, il lapislazzuli per i blu, marmo o madreperla per i grigi e i bianchi, pietre naturali per gli incarnati. Le maggiori committenze sono quelle ecclesiastiche.

 

Dal passato ai giorni nostri: il mosaico nel Novecento

Pochi ci pensano ma anche Antoni Gaudì è un artista che, mescolando forme gotiche e rinascimentali, ha proposto nuove applicazioni del mosaico che va a ricoprire con marmo, pietre colorate e ceramica anche gli oggetti tridimensionali.

Negli anni ’30 un importante artista del mosaico è Gino Severini, che riproduce lo sfavillio delle tessere in diverse opere musive. La prima commissione risale al 1933, con la Presentazione del Bambino per la chiesa di Saint Pierre a Friburgo, in Svizzera. Quest'opera è di forte ispirazione religiosa e vuole avvicinarsi alla sensibilità cristiana con una rilettura mistica dell'immagine

Anche Achille Funi aderisce nel 1933 al Manifesto della pittura murale di Gino Severini assieme a Carlo Carrà e Massimo Campigli. Nello stesso anno realizza il cartone per La cavalcata delle Amazzoni, mosaico pavimentale per la V Triennale di Milano: sceglie una stilizzazione monumentale con accenti picassiani, che rende le figure rigorose e statiche.

Collabora, nel 1940, con la bottega del Mosaico di Ravenna per la decorazione del soffitto della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Milano: i contorni sono resi con sottili tessere che richiamano le piombature di Pella. Altra importante opera di Funi è la decorazione della Cappella di San Giuseppe in San Pietro a Roma.

 

Il mosaico contemporaneo

Oggi l’arte musiva è rappresentata in Italia dalla Novamosaici che ha realizzato anche il muro di Baj di Pontedera. Enrico Baj (Milano, 31 ottobre 1924 – Vergiate, 16 giugno 2003) è stato un pittore e scultore italiano. 

Il muro di Baj, inaugurato nel 2006, è l’ultima opera dell’artista, fondatore del movimento “Nucleare”, da lui fondato negli anni Cinquanta a Milano. La principale intenzione di questo gruppo è quella di studiare ed analizzare i rapporti tra scienza, arte e tecnologia.

I collages policromatici e polimaterici, attraverso lo snodarsi d’un lungo e svariato fregio di presenze umane d’allusione meccanica, rappresentano l’icona della vena satirica dell’artista che ironizza sulla meccanicità alla quale rischia di ridursi l’uomo e sul pericolo quotidiano dell’omologazione robotica che caratterizza il consumismo.

Il muro racconta alla città un pezzo della sua storia e rappresenta uno dei mosaici contemporanei più grandi in Italia.

I bozzetti sono visibili, a pochi passi dal muro, presso il vicino Centro per l’Arte Otello Cirri.

Altri artisti con cui ha collaborato Novamosaici sono Ugo Nespolo, Virgilio Guidi, Fernando Bordoni oltre a molti altri.

 

La produzione industriale e l’arte nel mosaico

Dagli anni ’80 il mosaico si applica alla produzione industriale di oggetti di uso comune come mobili, lampade e specchiere e l’oggetto diventa così una vera opera d’arte.  Anche nel campo del design, l'artista sceglie di intervenire in prima persona nella realizzazione dell'opera musiva o di commissionarla a uno studio di mosaicisti. In questo ambito, però, c'è anche una terza possibilità, che oggi è molto diffusa, ovvero la trasposizione di un'immagine con il computer: è possibile trasformare un disegno o una foto in uno schema che verrà composto a mosaico attraverso un braccio robotico, pronto per essere applicato alle superfici domestiche.

 

Novamosaici: esperienza e competenza nell’arte musiva

Come abbiamo visto, se nell’antichità i mosaici venivano realizzati su muri e pavimenti, oggi non è più così ed i mosaici vengono eseguiti in laboratorio per essere poi trasportati e fissati nel luogo di destinazione.

Novamosaici è una bottega di mosaicisti di Bollate, in provincia di Milano, con una grande tradizione alle spalle, dove oggi vengono realizzate opere di vario genere: dal mosaico artistico, alle vetrate.

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